E' comprensibile che i promotori di un referendum, tra i quali anche
Angelo Panebianco, difendano la propria creatura. Premetto che userò le
dizioni Porcellum 1 e Porcellum 2 perché i due testi sono molto simili.
Il primo è quello di Calderoli e quindi la legge in vigore, il secondo
è il testo Guzzetta-Segni. Chi voterà Sì al referendum approva il
Porcellum 2; chi voterà No preferisce restare con il Porcellum 1. Ciò
premesso vengo all' articolo di Panebianco del 13 Giugno. Il suo primo
rilievo è che il Porcellum 1 non contiene nessun anticorpo contro un
futuro eventuale ritorno della frammentazione partitica; ma in verità
contiene lo stesso sbarramento del 4% che ritroviamo nel Porcellum 2. E
sta di fatto che oggi i partiti che hanno superato questo sbarramento
sono soltanto cinque. Se dovessero tornare a salire non sarà perché
glielo impedisce il Porcellum 2. E sul punto a Panebianco sfugge che il
premio di maggioranza assegnato da entrambi i Porcelli alla più forte
minoranza fa sì che per i partiti senza premio il costo in voti di un
seggio diventa più alto. Nel 1983 il costo di un seggio ai Comuni è
stato per i Laburisti di 40.000 mentre per i liberali è stato di
400.000 voti. Questo è un caso limite, ma illustra il problema. Se, per
esempio, Berlusconi conquistasse il premio con il 35% dei voti a lui
spetterebbe il 55% dei seggi, mentre il 65% dei non premiati si
dovrebbe dividere il 45% dei seggi restanti. Panebianco riprende poi l'
argomento che anche i sistemi uninominali trasformano una minoranza di
voti in una maggioranza di seggi. A parte importanti differenze, mi
sfugge perché i difetti del sistema inglese dovrebbero giustificare i
difetti (aggravati) dei Porcelli. Infine conclude che «è sbagliato
giudicare i sistemi elettorali alla luce dì preoccupazioni politiche
contingenti». Con questa logica si potrebbe giustificare anche la legge
Acerbo del 1923. E il fatto è che da entrambi i Porcelli non risulterà
nessun sistema bipartitico, ma invece un sistema a partito predominante
nel quale lo stesso partito governa da solo e senza alternanza per
decenni (in altri casi anche dai trenta ai cinquant' anni). Restano due
quesiti. Primo, qual è la differenza tra Porcellum 1 e Porcellum 2.
Oramai è minima. Nel primo il premio di maggioranza è previsto per una
coalizione di liste, mentre nel secondo viene riservato a una sola
lista. Quando i referendari proposero questa variazione la differenza
era importante. Oggi è pressoché irrilevante. Perché anche se restasse
in vigore il Porcellum 1, nulla impedisce a Berlusconi di presentarsi
da solo. Secondo quesito: perché mai Franceschini si batte a oltranza
per il Sì? Secondo Sergio Romano, siccome la legge Calderoli è pessima
«il Sì avrebbe il vantaggio di costringere il parlamento ad approvare
una nuove legge elettorale». Ma perché mai? Per Berlusconi il Porcellum
2 va strabene, è già operativo, e lui controllerà la maggioranza
assoluta. Nessuno lo potrà costringere a nulla. Io non ho mai
raccomandato di non votare. Ma questa volta siamo chiamati a scegliere
tra la padella e la brace. E se il referendum passerà avremo in ogni
caso una pessima legge elettorale che ottiene il rinforzo di
legittimità della volontà popolare. Se invece fallirà si potrà
sostenere che gli italiani hanno dimostrato di non volere né il
Porcellum 1 né il Porcellum 2. Il che lascia aperto un barlume di
speranza.
Sartori Giovanni
berlusconi
porta
sfiga
| inviato da
marco resistenza il 21/6/2009 alle 13:20 | |